Incontro con 400 maestri cattolici. “La scommessa- ha detto il Papa - è quella di cooperare a formare ragazzi aperti e interessati alla realtà che li circonda, capaci di cura e di tenerezza, penso ai bulli, che siano liberi dal pregiudizio diffuso secondo il quale per valere bisogna essere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri, specialmente verso chi è diverso, straniero o chi in qualsiasi modo è visto come ostacolo alla propria affermazione. Questa purtroppo è un’“aria” che spesso i nostri bambini respirano, e il rimedio è fare in modo che possano respirare un’aria diversa, più sana, più umana”
(articolo di Carlo Di Cicco, vaticanista)
Che i bulli e il bullismo dei ragazzi non piacesse a Francesco era noto, ma il Papa parlando in Vaticano a 400 maestri cattolici ricevuti al termine del loro congresso nazionale ha ribadito il suo giudizio negativo verso questa forma di aggressività che sta arrecando un crescente allarme tra i genitori e nell’ambito della scuola.
Poteva sembrare un incontro di routine ma così non è stato per le cose che Papa Francesco ha raccomandato. Lui stesso le ha sintetizzate in tre punti come attenzioni emergenti al nuovo contesto sociale e culturale di cui la scuola e i maestri cristiani devono tener conto. Il Congresso dell’Aimc ha discusso del tema “memoria e futuro. Periferie e frontiere dei saperi professionali”. Tema del tutto allineato alla sensibilità nuova che il papa argentino sta cercando di far accogliere ampiamente nel servizio educativo e pedagogico della Chiesa.
Perciò ha intrattenuto i suoi ospiti su tre punti che suggerisce diventino impegno dei maestri cattolici: la cultura dell’incontro, l’alleanza tra scuola e famiglia e l’educazione ecologica. In particolare quest’ultimo punto ha sollecitato la zampata tipica del Papa che rileva il problema suggerendo anche il rimedio che possa amalgamare il vecchio e il nuovo. Al pari del bullismo a Francesco non piace l’ecologia schizofrenica di quella cioè che si preoccupa degli animali in estinzione ma si disinteressa degli anziani o li emargina. Occorre uno sguardo attento all’insieme dell’equilibrio della creazione.
Quanti si trovano impegnati per via dei figli a un contatto quotidiano con la scuola, si trovano spesso delusi e rammaricati della scarsità educativa e didattica che non di rado va emergendo specialmente nella scuola primaria che rimane fondamentale per la futura crescita dei bambini. Gli insegnanti cristiani sia che operino in scuole cattoliche sia statali in un tempo di allargamento della società alle varie etnie che immigrazione comporta, sono chiamati “a stimolare negli alunni l’apertura all’altro come volto, come persona, come fratello e sorella da conoscere e rispettare, con la sua storia, i suoi pregi e difetti, ricchezze e limiti.
La scommessa è quella di cooperare a formare ragazzi aperti e interessati alla realtà che li circonda, capaci di cura e di tenerezza – penso ai bulli –, che siano liberi dal pregiudizio diffuso secondo il quale per valere bisogna essere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri, specialmente verso chi è diverso, straniero o chi in qualsiasi modo è visto come ostacolo alla propria affermazione. Questa purtroppo è un’“aria” che spesso i nostri bambini respirano, e il rimedio è fare in modo che possano respirare un’aria diversa, più sana, più umana. E per questo scopo è molto importante l’alleanza con i genitori”.
Bisogna “prendere atto dei mutamenti che hanno riguardato sia la famiglia sia la scuola, e rinnovare l’impegno per una costruttiva collaborazione – ossia, ricostruire l’alleanza e il patto educativo –per il bene dei bambini e dei ragazzi. E dal momento che questa sinergia non avviene più in modo “naturale”, bisogna favorirla in modo progettuale, anche con l’apporto di esperti in campo pedagogico. Ma prima ancora bisogna favorire una nuova “complicità” – sono cosciente dell’uso di questa parola –, una nuova complicità tra insegnanti e genitori. Anzitutto rinunciando a pensarsi come fronti contrapposti, colpevolizzandosi a vicenda”.
Quanto all’ecologia, Francesco ha ribadito un altro concetto su cui batte dall’inizio del Pontificato: su questo fronte si deve operare per una educazione ecologica integrale. L’educazione deve puntare “al senso di responsabilità: non a trasmettere slogan che altri dovrebbero attuare, ma a suscitare il gusto di sperimentare un’etica ecologica partendo da scelte e gesti di vita quotidiana”.
7 gennaio 2018
[Fonte / Web: http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/francesco-contro-bulli/ ]