di Luca Ingegneri / Il Gazzettino
PADOVA - Quattro insegnanti di una scuola elementare dell'Alta padovana sono indagate per abbandono di minore. È la conseguenza di una serie di episodi di bullismo che si sarebbero verificati tra gli studenti di una classe quinta. Nella vicenda s'imbattono quasi casualmente i carabinieri di Cittadella: è il 12 febbraio scorso quando un insegnante sollecita l'intervento dell'Arma per un litigio. La pattuglia varca i cancelli della scuola. I carabinieri scoprono che un genitore, in evidente stato di alterazione, ha appena aggredito e picchiato un compagno di classe del figlio, ritenendolo responsabile di atti di bullismo nei confronti del coetaneo.
Interrogato dagli investigatori dell'Arma, l'uomo ammette di aver sbagliato, e si affretta ad indicare i nominativi dei tre presunti bulli, di età compresa tra i 10 e gli 11 anni. L'aggressione sarebbe stata comunque un gesto per dimostrare al figlio «che il padre c'è sempre e prende sempre le sue difese». Ma l'uomo non si limita al raid. Una settimana più tardi si reca in caserma e formalizza una denuncia nei confronti dei tre coetanei del figlio. E non ha remore nell'accusare le quattro insegnanti, a suo dire responsabili di non aver vigilato a dovere sui ragazzi. I carabinieri raccolgono le testimonianze dei padri dei presunti bulli e di altri genitori. Si scopre che la vittima sarebbe stata emarginata dal terzetto.
Dispetti tra ragazzi, con forme di isolamento, minacce e aggressioni verbali. Questo il quadro tratteggiato dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari, che non individua responsabilità penali. Tutto risolto quindi? Macchè: il padre della presunta vittima si oppone all'archiviazione. E lo stesso gip fa un approfondimento istruttorio. Le parti si ritroveranno in un'udienza a porte chiuse il prossimo 22 settembre. Probabile che venga disposto un supplemento di indagini.
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